PREVENZIONE E ABITUDINI DI VITA
Cari lettori,
oggi intendo parlarvi di una pianta a mio parere interessante : l’ IPERICO. Si tratta di una pianta la cui storia, come spesso si vede in Fitoterapia, si perde tra leggenda e realtà : andando indietro nel tempo la si vede tra gli antichi Romani , era conosciuta dai Greci e nel Medioevo era una delle piante più apprezzate, simbolo di luce e protezione, consacrata a San Giovanni Battista , da raccogliere il 24 Agosto, giorno della nascita del Santo.
Vi descrivo volentieri l’Iperico in quanto, anche nel presente, è una delle piante più usate nella Medicina Naturale per trattare la depressione e , qualora si manifesti in forma “minore” , vi garantisco che i risultati derivati dal suo utilizzo sono veramente interessanti! L’azione antidepressiva dell’IPERICO è conosciuta in virtù dei numerosi studi condotti sugli animali , da cui si è dimostrato che è una pianta che agisce sul comportamento in maniera simile ai farmaci antidepressivi. Uno dei principi attivi dell’Iperico, l’ipericina, agisce limitando l’inattivazione della serotonina, sostanza conosciuta come il “garante del buon umore”! ..ma non solo : ha anche un’azione blandamente ansiolitica, agendo come antagonista dei recettori di neuromediatori eccitatori. Ecco allora che si riesce ad avere una valida ed efficace azione di equilibrio sul tono dell’umore.. e di certo ci sono momenti in cui se ne ha proprio bisogno!
Tra gli effetti dell’ Iperico, non si può non menzionare l’azione antivirale e antibatterica, inoltre l’ uso esterno mostra una notevole efficacia sulle ferite, favorendone la cicatrizzazione. Ma oltre agli effetti positivi che l’iperico ormai senza dubbi ha sulle problematiche elencate, non si possono non considerare alcuni effetti collaterali, come le dermatiti fototossiche, evidenziate però in rarissimi casi. Sembra anche che possa ridurre l’effetto di alcuni farmaci , tra cui la pillola anticoncezionale , ma si tratta di possibilità piuttosto remote, che hanno per lo più una relazione con la quantità assunta del rimedio . Ciò non toglie che se si assumono altri farmaci sia necessaria una consulenza di un medico conoscitore delle terapie naturali.
In merito al dosaggio, l’iperico come estratto secco (capsule o compresse) , va preso nella quantità di 300 mg 1 - 3 volte al dì, per periodi di 30 – 60 giorni; come soluzione idroalcolica la quantità è di 30 – 40 gocce 2 o 3 volte al dì.
Ho voluto parlare di questa pianta per dare continuità agli argomenti di cui ho la possibilità di esporre in questa rubrica, confidando nell’attenzione di alcuni di voi nel sapere che tanti problemi di salute fisica e psichica possono trovare nella Medicina Naturale risposte interessanti, usando rimedi efficaci e caratterizzati da effetti collaterali sicuramente più contenuti rispetto a quelli dei farmaci abitualmente prescritti ed utilizzati. Certo è che le mie informazioni possono essere ampliate da specialisti del settore, cosa necessaria qualora si intenda utilizzare nella pratica il rimedio prescritto. Nel prossimo articolo vi parlerò di un’altra pianta molto interessante, la Rhodiola Rosea..utile nel ridurre l’indice di fatica nelle situazioni di stress!
Vi aspetto nella lettura del mio prossimo articolo, ringraziandovi dell’attenzione dedicatami..!
Dott. Paola Fava- dott.@virgilio.it- tel.051/226293- riceve ad Alfonsine
PREVENZIONE E ABITUDINI DI VITA 2
Cari lettori,
in questa calda estate eccoci alle prese con il senso di fatica, che spesso contrasta con la tanto attesa stagione calda! Da un lato l’estate è voluta, dall’altro è vissuta da molti con difficoltà legate a vari fattori, tra i quali i cali pressori, la ipersudorazione con il conseguente deficit di sali minerali.. e a volte anche da un atteggiamento mentale che, grazie al caldo, giustifica la scarsa voglia di fare, peraltro tanto tipica delle zone geografiche più calde! Certo è che con 35 gradi e con i tassi di umidità tanto alti, non è certo sempre possibile andare al lavoro freschi e motivati, ma di certo è possibile individuare comportamenti ed abitudini che ci diano una mano nel riuscire a resistere a situazioni difficili..non sempre solo di natura climatica, purtroppo! Ed ecco che ci vengono in aiuto piante ad azione “adattogena”, capaci cioè di aumentare la resistenza dell’organismo agli eventi stressanti di qualunque origine . Il termine “ adattogeno ” fu coniato per la prima volta nel 1947, da un farmacologo russo, N.V. Lazarev, per descrivere le proprietà di un farmaco di sintesi vasoattivo, il dibazolo, nell’aumentare la resistenza delle cavie di laboratorio. Vorrei ora riprendere un argomento già parzialmente trattato in un mio precedente articolo: cosa si intende per ADATTOGENO ?
Un adattogeno, per essere definito tale, deve rispondere almeno a tre criteri:
1. deve essere aumentata in modo non specifico la adattabilità a fattori di stress di varia natura ( fisica, chimica, biologica, ecc...)
2. deve possedere un’azione versatile nel ripristino delle normali condizioni omeostatiche, indipendentemente dall’entità dell’alterazione prodotta dall’evento stressante
3. non deve influenzare sensibilmente le normali funzioni fisiologiche, se non quel tanto necessario a ripristinare l’omeostasi.
Esiste una importante differenza tra la sostanza in grado di stimolare l’organismo e quella che ne innalza la capacità di resistenza: gli stimolanti consumano velocemente i depositi dei neuro mediatori implicati nella risposta allo stress, causando seri effetti collaterali e portando il sistema all’esaurimento, come si potrebbe osservare,ad esempio, eccedendo nel consumo di caffeina o , ancor di più, assumendo sostanze anfetamino-simili!
Gli adattogeni danno una risposta iniziale di sostegno velocissima e l'esaurimento del sistema non si verifica. Il loro meccanismo d'azione sembra quello di deboli “ pro stressors “ in grado di ridurre la reattività del sistema di difesa dell'organismo, riducendo l'impatto su di esso dei fattori di stress, innalzando il livello basale dei mediatori implicati nella risposta naturale.
E', insomma, una sorta di allenamento del sistema di risposta, affinchè esso sopporti e contrasti un'ampia gamma di fluttuazioni dell'equilibrio omeostatico, ripristinandolo velocemente.
Una delle piante con azione adattogena piuttosto importante è la Rhodiola Rosea, pianta capace di ridurre la sensazione di fatica, fermo restando che questa sensazione potrebbe essere anche il sintomo di malattie gravi, per cui, prima di utilizzare la sostanza, potrebbe essere utile consultare un medico per escludere altre patologie.
I suoi principi attivi - fenilpropanoidi (rosavina, rosina, rosarina) - sono responsabili delle sopradescritte proprietà adattogene ed antistress; inoltre stimola la sintesi muscolare di ATP e creatina fosfato, aumenta l'attività anabolica, facilita l'eliminazione dell'ammoniaca, limita l'accumulo di acido lattico nei muscoli. Queste ultime proprietà la rendono estremamente interessante come pianta capace di migliorare anche le prestazioni fisiche, tra le quali le attività sportive, agonistiche (NON è doping!!) o amatoriali che siano. Lo sport, a qualsiasi livello venga praticato, è, tra l’altro, uno dei primi rimedi a cui pensare proprio per far fronte meglio alla stagione calda, e ad ogni genere di ostacolo che inevitabilmente la vita ci mette in condizione di vivere..! E’ sufficiente una passeggiata veloce di almeno mezz’oretta almeno tre o quattro volte alla settimana per avere in fretta dei benefici!
Vi saluto con cordialità, ringraziandovi sempre per l’attenzione!
Dott. Paola Fava – dott.paolafava@virgilio.it. Tel. 051/226293. Riceve ad Alfonsine.